Differenza tra stitichezza funzionale e CIO

La stitichezza può avere un impatto significativo sulla qualità della vita. È essenziale, quindi, affrontarla con un approccio informato e mirato. Cerchiamo di comprendere meglio il problema.

La stitichezza è un disturbo comune che può presentarsi in diverse forme e può avere origine da cause differenti.

Potrebbe capitare, nel corso della vita, di trovarsi occasionalmente alle prese con difficoltà nell’evacuazione che possono comprendere (o no) dolori addominali, gonfiore, presenza di feci dure o fecalomi. Si tratta di disturbi che, quando sono occasionali e di durata limitata nel tempo, possono avere moltissime cause che vanno da uno stile alimentare inadeguato, alla scarsa idratazione oppure a ragioni psicologiche o ambientali. In questi casi, solitamente è sufficiente cambiare qualche abitudine e rallentare il ritmo della vita per superare il problema.

In questi casi si parla di stitichezza secondaria.

Ma non è sempre così. Vediamo due casi nei quali la stitichezza potrebbe diventare un problema più serio e costante.

Stitichezza funzionale o idiopatica: cos’è

La stitichezza funzionale, spesso chiamata anche stitichezza idiopatica, si riferisce a un disturbo cronico del movimento intestinale senza una causa organica evidente, cioè senza che si riesca a individuare un unico fattore scatenante.

Dunque, la difficoltà di evacuazione in questi casi non è causata da malattie, farmaci o anomalie del tratto gastrointestinale.

Tra quel che si può definire come stitichezza funzionale possono essere inclusi anche il transito rallentato, la disfunzione del pavimento pelvico, la sindrome del colon irritabile (variante stipsi)1. Per ciascuno di questi disturbi c’è un trattamento adeguato che può essere discusso con il medico.

I criteri per individuare la stitichezza funzionale sono basati sulla presenza di sintomi come:

  • la frequenza ridotta delle evacuazioni
  • la consistenza dura delle feci
  • lo sforzo durante l’evacuazione
  • la sensazione di evacuazione incompleta
  • la sensazione di gonfiore addominale

La causa esatta della stitichezza funzionale rimane in gran parte sconosciuta, ma si pensa che fattori come alterazioni della motilità intestinale, sensibilità viscerale alterata e fattori psicologici possano svolgere un ruolo importante.

Non tutti i casi di stitichezza sono idiopatici. Per essere diagnosticata come stipsi funzionale, il paziente deve manifestare una serie di casi sintetizzati nelle linee guida per i criteri diagnostici internazionali denominati "Roma IV". 

Individuare e differenziare la stitichezza indotta da oppioidi (CIO)

La CIO è un tipo specifico di stitichezza causato principalmente dall’interazione dei farmaci oppioidi, analgesici utilizzati per trattare il dolore moderato o grave, con l’attività gastrointestinale. Agendo sui recettori oppioidi presenti nel tratto gastrointestinale, questi farmaci possono inibire la motilità intestinale, portando a stitichezza.

A differenza della stitichezza funzionale, la causa della CIO è quindi chiaramente identificabile.

Ma quando è necessario iniziare una terapia efficace per controllare il dolore, è possibile che l’attenzione del medico si concentri di più sulle indicazioni per seguire la terapia correttamente, piuttosto che sulla possibilità di sviluppare degli effetti indesiderati, anche se si tratta di effetti piuttosto frequenti. Quando si parla poi di analgesici oppioidi siamo in presenza di uno stato doloroso evidente e grave che può condurre il paziente a una sofferenza che va alleviata il più velocemente possibile, perché può avere un forte impatto sulla qualità di vita.

Parliamo di terapie che possono essere utilizzate nel caso di dolore medio o grave in:

  • pazienti oncologici
  • pazienti ortopedici
  • pazienti anziani con patologie degenerative

Quindi: se tu stesso, oppure la persona che stai assistendo come caregiver assume oppioidi e soffre di stitichezza probabilmente sei alle prese con la CIO. Ecco il motivo per il quale, probabilmente, non si riesce a trovare giovamento dall’uso di lassativi generici. La CIO è più frequente di quel che pensi: può colpire tra il 41% e l’87% dei pazienti2.

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Come gestire la stitichezza

Prima di adottare qualsiasi strategia di automedicazione è fondamentale consultare un medico.
Un professionista può offrire una serie di soluzioni adeguate e basate sulla specifica condizione, sull’indagine anamnestica e sui sintomi presenti e riportati dal paziente.

Generalmente per la stitichezza si raccomanda di:

  • Aumentare l'assunzione di fibre alimentari, come cereali integrali, frutta e verdura.
  • Bere abbondante acqua per mantenere l'organismo idratato.
  • Incrementare l'attività fisica, come camminare o fare esercizio regolare.

Ma quando siamo in presenza di cause specifiche per la stitichezza, com’è il caso della CIO, il trattamento potrebbe necessitare di un approccio diverso.

Esistono infatti farmaci specifici, come i PAMORA (antagonisti dei recettori μ-oppioidi periferici), progettati per agire sull'interferenza degli oppioidi con i recettori intestinali senza influenzare l’efficacia analgesica del farmaco. I PAMORA possono essere molto utili per chi soffre di CIO, ma, ancora una volta, è essenziale consultare un medico prima di iniziare qualsiasi trattamento.

La comprensione delle cause della stitichezza è fondamentale per una gestione efficace. Essere informati e parlare schiettamente e senza vergogna con un medico di quello che accade può aiutare a navigare attraverso le opzioni di trattamento e trovare la soluzione migliore per ciascun individuo.

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Fonti

1. https://www.webaigo.it/download/1_STIPSI_CRONICA_E_DEFECAZIONE%20OSTRUITA.pdf

2. Ad Nelson et al, Ther Adv Chronic Dis 2016. Vol 7(2) 121-134